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Story_04_Fausto De Marinis

La parete era in alto e in un lato del monte con una notevolissima pendenza e con una stretta porzione di base per sistemarvi una impalcatura che avrebbe dovuto raggiungere gli undici-dodici metri; e bisognava portare tutto, ma proprio tutto, lassù. Difficile e pericoloso, senza esagerare, beninteso. E poi io ero molto più giovane dei miei anni di allora; così mi percepivo e così mi comportavo, nella certezza tutta particolare di avere a protezione Cerere-Demetra. D'altronde, a sollecitare immaginazione arrivavano voci di un luogo ennese chiamato Cerere usta, e si diceva di una statua della Demetra nera, arrivata ad Enna e scomparsa. Certo è che questa città era stata uno dei centri sacri dei Siculi per il culto di Cerere. Ad Enna c'era la Rupe della dea e in tempi lontanissimi era stato innalzato un Santuario molto noto e veneratissimo. Nessuno notava la mia emozione e la mia fretta; ma quando finalmente bruciai gli sterpi rischiando di rimanerci dentro, fui però sicuro che sarebbero venuti a montare la prima parte dell'impalcatura.

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